lunedì 24 ottobre 2011







"... Per mezzo dello sfruttamento del mercato mondiale,
la borghesia imprime un carattere cosmopolita alla produzione ed alla
consumazione di tutti i paesi. A disperazione dei reazionarii essa tolse
all’industria la sua base nazionale. Le vecchie industrie nazionali sono
distrutte o sul punto di esserlo. Esse vengono sostituite da nuove industrie la
cui introduzione diviene una questione vitale per tutte le nazioni incivilite;
industrie che non adoperano più materie prime indigene, bensì materie prime
venute dalle regioni più lontane, ed i cui prodotti non si consumano soltanto
nel paese stesso, ma in tutti i punti del globo. In luogo dell’antico isolamento
locale e nazionale, si sviluppa un traffico universale, una dipendenza mutua
delle nazioni ..."




Anche se non sono comunista ... devo riconoscere che con quasi 2 secoli di anticipo aveva le idee molto chiare.