Era il 63 quando Alberto Sordi interpretava la parte dell’imprenditore fallito che accettava di vendere il proprio occhio al vecchio miliardario pur di riappropriarsi del proprio tenore di vita.
“Il Boom” ,diretto da De Sica e scritto da Zavattini , fu accolto freddamente dalla critica.
A oltre 40 anni di distanza, nel racconto del grande sceneggiatore neorealista c’è più profezia che surrealismo.
Ma a vendere i propri organi, o quelli del proprio figlio, non è l’aspirante capitalista del boom economico, bensì un derelitto del Pakistan che cede un rene per un pezzo di pane
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lancia l'allarme a Ginevra: "il 5-10% di tutti i reni trapiantati nel mondo nel 2005 proviene da questo circuito (commercio d'organi ndr)", fenomeno peraltro in continuo aumento.
Fegato, midollo, reni, sono venduti da disperati di paesi del terzo mondo, quali Pakistan, Egitto e Filippine, a malati provenienti dai paesi del mondo occidentale che non trovano organi disponibili per le lunghe liste d'attesa.
Farhat Moazam del Sindh Institute di Urologia e trapianti di Karachi, in Pakistan, parla di un vero e proprio "turismo dei trapianti"; "in aree povere del Paese ci sono villaggi in cui il 40-50% della popolazione ha un rene solo perche' l'altro l'ha venduto". Per quanto? "Spesso per un organo vengono promesse anche piu' di 150 mila rupie (2.500 dollari) ma poi, tolti i costi medici e la quota che spetta al mediatore, cio' che resta a chi vende e' molto meno".
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