martedì 29 gennaio 2008

Addio Nacchettino


Se ne è andato Antonio Aurigemma per tutti noi avellinesi Nacchettino.
Una delle penne più eleganti ed acute che la nostra città abbia mai offerto al giornalismo italiano.
Semplice come sanno essere i veri intellettuali, pacato ed elegante come gli autentici signori.
Autore di editoriali politici e di articoli di costume che erano pagine di narrativa, ci ha lasciato, in silenzio come nel suo stile, privandoci di una voce colta, sagace, raffinata.

domenica 27 gennaio 2008

Grazie alla penna che graffia

Un grazie, per l'attenzione che ha dedicato al mio libro, all'amico torinese Riccardo Gavioso "la penna che graffia" , autore di tempestosi e surreali racconti che vi riconcilieranno con l'elegante scrittura.

sabato 26 gennaio 2008

La Memoria in un libro: iniziativa del Blog di Riccardo Gavioso

Inziativa dell'amico Riccardo Gavioso


"Oggi, più che mai, la memoria storica
dell’Olocausto sembra in pericolo: quella dei sopravvissuti attaccata dal tempo,
quella storica vilipesa da ogni parte.

Certamente i libri paiono in grado di porre un
argine a questo fenomeno di erosione, e senza immaginare un mondo come quello di
Bradbury, dove alla mente dell’uomo è affidata la tutela di libri ormai
distrutti, credo che la nostra memoria possa offrirci un prezioso aiuto e
contribuire a costruire un piccolo catalogo dei migliori libri che narrano di
questa incommensurabile tragedia.Inizierò ad inserirne uno io, e a chiedere lo
stesso sforzo ad alcuni amici, cui sarà demandato il compito di trasmetterlo ad
altri.

Da parte mia cercherò di andare a recuperare le
varie segnalazioni in modo di offrire un quadro il più completo
possibile.

Quindi, visto l’approssimarsi del “Giorno della
Memoria”, se è possibile, chiedo agli amici nominati di ricopiare questa
introduzione sul loro blog in modo che possa fungere da indice, e di aggiungere
un titolo in coda agli altri titoli.

Ovviamente, il contributo di tutti è ben accetto,
anche senza una segnalazione da parte di qualcuno"


la penna che graffia” chiede un titolo a Comicomix, Lisa e Francesco,la Memoria in un Libro (Biblioteca Virtuale sull'Olocausto):

“la penna che graffia” consiglia la lettura di “Luna di miele ad Auschwitz” di Francesco Rotondi
Zefirina consiglia la lettura di "Sopravvivere" di Bruno Bettelheim
Uyulala consiglia la lettura di "Giustizia, non vendetta" di Simon Wiesenthal
Nonsolopane consiglia la lettura di "Se questo è un uomo" di Primo Levi
Lisa consiglia la lettura de "L'amico ritrovato" di Fred Uhlmann
the rat race consiglia la lettura di Paul Celan (Meridiani - Mondadori)
contaminazioni consiglia la lettura di "Essere senza destino" di Imre Kertesz
suburbia consiglia la lettura di "Quando Hitler rubò il coniglio rosa" di Judith Kerr (per ragazzi)
haramlik consiglia la lettura di "Come si diventa nazisti" di William Sheridan Allen
totentanz consiglia le lettura di "I sommersi e i salvati" di Primo Levi
comicomix consiglia la lettura di "Album Auschwitz" pubblicato da Einuadi, e ci lascia questo bellissimo racconto
licenziamento del poeta consiglia la lettura di "Il razzismo in Europa. Dalle origini all'Olocausto" di Georg L. Mosse
agentealcairo consiglia la lettura di "Vedi alla voce: amore" di David Grossman
alberto cane blog ci lascia un libro un po' particolare
francesco consiglia : "Scienza e razza nell'Italia fascista" di Giorgio Israel e Pietro Nastasi
pensatoio consiglia la lettura di "L'industria dell'Olocausto" di Norman Finkelstein
Franca consiglia la lettura di "Il fumo di Birkenau" di Liana Millu
Adriano consiglia la lettura di "Una lapide in via Mazzini" racconto di Giorgio Bassani tratto da Dentro le mura - Il romanzo di Ferrara
Astrid consiglia la lettura di "Vivere ancora" di Ruth Klüger
Hehaka consiglia la lettura di "Il pianista" di di Wladyslaw Szpilman
Szpilman
Michele consiglia la lettura de "Il giardino dei Finzi-Contini" di Giorgio Bassani
Angela consiglia la lettura di "Ricomporre l'infranto" di David Meghnagi
Abdannur consiglia la lettura di "Uomini comuni" di Christopher R. Browning
Lorenzo consiglia la lettura di "Treblinka" di Jean-François Steiner
Salam(e)lik consiglia la visione di tre loncandine

venerdì 25 gennaio 2008

Napolitano e le leggi razziali



















Il presidente Giorgio Napolitano in occasione del Giorno della memoria ha dichiarato:


«Le leggi razziali di fatto prepararono l'Olocausto».

«Il 2008 è per noi un anno speciale, perché segna il sessantesimo
anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione», ma al tempo stesso «il
settantesimo delle leggi razziali emanate dal regime fascista»



«Leggi che suscitarono orrore negli italiani rimasti consapevoli della
tradizione umanista e universalistica della nostra civiltà e del contributo ad
essa dato dalla comunità ebraica. Un provvedimento ancora più iniquo in quanto
gli ebrei italiani dopo l'Unità d'Italia, finalmente parificati nei diritti, si
sentivano ed erano cittadini, animati da forti sentimenti patriottici».



Napolitano riapre il dibattito sul razzismo fascista

Le leggi razziali rappresentano il momento più triste della storia del diritto italiano.

Un capitolo su cui si è a lungo sorvolato, preferendo sposare la comoda tesi di un Duce mai convinto razzista, costretto a dichiararsi antisemita solo per compiacere l'alleato tedesco.

Se è vero che il razzismo antiebraico non farà presa sugli italiani, nonostante l'incalzante propaganda, e che le persecuzioni degli ebrei in Italia non possono essere minimamente paragonate a quelle condotte dal nazismo, è pur vero che la "politica della razza" sarà una delle idee chiave del regime.


Follia ed ossessione alla quale forniranno il loro apporto, non solo i più noti e fanatici antisemiti come Giovanni Preziosi o Telesio Interlandi , ma anche famosi docenti universitari, intellettuali o pseudo tali , che non si limiteranno ad aderire alla politica razziale ma ne forniranno gli strumenti teorico-culturali per giustificarla e supportarla, dopo averne negli anni precedenti preparato le condizioni predisponenti.

Il primo documento ufficiale del razzismo nostrano è, non a caso, Il Manifesto degli Scienziati razzisti al quale aderiranno personalità non di secondo piano, come qualcuno ha inopportunamnente scritto, ma professori ordinari, direttori di cattedra e presidenti di importanti società scientifiche.


Ma les liaisons dangereuses tra scienza e politica ovvero tra accademia e potere sono una costante malsana della storia del 900 che le tristi esperienze passate e presenti non hanno la forza di eradicare.

Bibliografia:
G. Israel, P. Nastasi "Scienza e razza nell'Italia fascista". Il Mulino, Bologna, 1998
R. De Felice "Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo", Einaudi, Torino 1961
M. Sarfatti "Gli ebrei nell'Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione" , Torino, Einaudi, 2000
E. Collotti "Il fascismo e gli ebrei. Le leggi razziali in Italia", Laterza, bari, 2000
L. Parente, F. Gentile, R. M. Grillo (a cura di) "Giovanni Preziosi e la questione della razza in Italia". Rubettino, Cosenza 2005
F. Cuomo "I dieci. Chi erano gli scienziati italiani che firmarono il
Manifesto della razza". Baldini e Castoldi, Milano, 2005
S. Miselli , F. Zarzana "La scure di Davide", F. Angeli, Milano, 2005

lunedì 21 gennaio 2008

Il Nobel Rubbia e gli specchi solari nel deserto


Qualche anno fa fui colpito da un’intervista rilasciata in TV dall’italiano Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica nel 1984.

Diceva di voler riempire una parte del deserto del Sahara di specchi solari che avrebbero fornito una enorme quantità di energia pulita a molte nazioni, risolvendo buona parte dei loro problemi energetici e ambientali, e offrendo nel contempo un’opportunità di crescita economica al continente africano.

Nell’intervista Rubbia si lamentava del fatto che, benché l’idea provenisse da un premio Nobel e non dalla mente di qualche sconosciuto stravagante, il progetto era stato completamente e inspiegabilmente ignorato.

Pare che finalmente l’idea del nostro premio Nobel sia decollata. Il progetto è stato battezzato Desertec e dovrebbe coinvolgere non solo il Sahara ma anche Sicilia, Spagna, Grecia e penisola araba.
La tecnologia utilizzata sarà quella termodinamica a concentrazione (Concentrating Solar Thermal Power) basata su specchi capaci di concentrare la luce solare. Il calore creato produce vapore necessario al funzionamento di turbine e generatori.

Secondo l'Agenzia Spaziale Tedesca occupando solo lo 0,3% della superficie del Sahara si potrebbe soddisfare l'attuale domanda di energia elettrica di Europa, Medio Oriente e Nord Africa.
Dal fronte ambientale giungono sempre e solo cattive notizie.
Questa ha tutte le caratteristiche di una buona notizia

venerdì 18 gennaio 2008

A Budapest busto dedicato a Giorgio Perlasca




Un busto dedicato all'italiano Giorgio Perlasca sara' scoperto a Budapest davanti all'Istituto italiano di Cultura il 23 gennaio.

L'opera e' stato realizzata dallo scultore Giampiero Cudin.

Il padovano Giorgio Perlasca, fascista così convinto da combattere come volontario al fianco dei franchisti, salvò durante la Seconda Guerra Mondiale migliaia di ebrei ungheresi dai campi di sterminio nazisti, spacciandosi per un diplomatico spagnolo.




" L'Italia è il paese di Giorgio Perlasca, ovvero di un
uomo che, con straordinario e umile eroismo, ha salvato migliaia di ebrei senza
neppure rivendicarne il merito, considerando quello che aveva fatto come un
dovere e un ricordo da conservare in silenzio"


I diari di Perlasca furono pubblicati integralmente per la prima volta su "Shalom" solo nel 1996

giovedì 17 gennaio 2008

IL CIRCO CAPOVOLTO DI MILENA MAGNANI: Romanzo sull'Olocausto dei Rom


Ho ricevuto questa mail che pubblico volentieri:


"Voglio segnalarle personalmente l’uscita del mio romanzo per la casa editrice Feltrinelli.

E’ un romanzo il cui tema centrale è il porrajmos, l’olocausto rom, ma anche la possibilità di rivendicare una cultura troppo a lungo dimenticata e offesa..

Io l’ho scritto per rendere omaggio a tutti gli artisti nomadi, i funamboli, i saltimbanchi, i musicisti viaggianti che sono scomparsi a Auschwitz Birkenau, a Mathausen, a Bergen Belsen e in tanti altri campi ancora.
Ho scritto per loro e per i bambini che oggi giocano nelle acque dei canali, vicino alle baracche, in mezzo alle pance dei lenzuoli stesi.

La verità è che si continuano a stabilire linee di confine. Senza aver fatto nulla perchè capiti , ci si trova collocati di qua o di là da una recinzione.
Però io dico che si deve provare a camminare sopra la recinzione, calpestandone il filo spinato, in un eterno sconfinamento


milena"

Ringrazio Milena per l'attenzione rivolta al mio Blog che in passato ha affrontato il tema del porrajmos, il genocidio subito dagli zingari nei campi di sterminio nazisti.

Auguro ampio successo al suo libro che leggerò quanto prima

domenica 13 gennaio 2008

Spoleto: Ultima cena e Codice da Vinci

Dan Brown ne "Il codice da Vinci" sostiene che la figura raffigurata accanto a Gesù, nell'Ultima Cena dipinta da Leonardo, sarebbe Maria Maddalena e non San Giovanni, evidenziando i tratti spiccatamente femminili del personaggo ritratto nell'affresco.

La tesi di Brown (mutuata da Picknett e Prince) , grazie al successo del suo bestseller, è diventata molto nota, tanto che molti l' hanno sposata acriticamente, motivandola con la presunta appartenenza di Leonardo a una setta esoterica che nutriva particolare venerazione per Maria Maddalena, reintepretazione del culto pre-cristiano del "femminino sacro". La Maddalena sarebbe stata la moglie di Gesù e dalla loro unione sarebbero nati dei figli capostipiti della dinastia merovingia. Non mi dilungo oltre su queste teorie perchè ampiamente divulgate da stampa, telelevisione, web....

Mi interessa invece proporvi l'interpretazione alternativa che Diego Chuoghi fornisce alla scelta iconografica di Leonardo di rappresentare Giovanni con dei tratti indubbiamente femminili.

"In quasi tutti i dipinti medievali e rinascimentali che hanno come
soggetto l'Ultima cena l'apostolo (Giovanni ndr) è rappresentato come
un giovane dall'aria efebica e dal viso glabro, a differenza dagli altri che
hanno l'aspetto di adulti spesso con barba. Ma quello che quei pittori
raffiguravano era Giovanni non la Maddalena, tanto che in diversi casi troviamo
il nome degli apostoli scritto a chiare lettere (...) Se non si trattasse di
Giovanni i misteriosofi dovrebbero poi spiegare dove costui si sarebbe nascosto,
infatti proprio nel vangelo a lui attribuito, dal quale è tratta la scena
raffigurata da Leonardo, Giovanni è descritto come il discepolo prediletto
(«quem diligebat Iesus»)(...) L'aspetto "virginale" di Giovanni ha una origine
molto precisa. Uno dei testi fondamentali per capire i soggetti dell'arte sacra
dal XIII al XVI secolo è la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze
. (...) Nel capitolo dedicato a Giovanni, nella Legenda Aurea leggiamo che «Dio lo volle vergine, e perciò il suo nome significa che in lui fu la grazia: in lui infatti ci fu la grazia della castità del suo stato virginale, ed è per questo che il Signore lo chiamò durante le nozze, mentre lui voleva sposarsi.» Ecco dunque che l'aspetto di Giovanni visto come un "giovane vergine" al contrario di altri apostoli raffigurati come uomini maturi, spesso barbuti, si spiega senza ricorrere a fantomatiche Maddalene nascoste(...). Esempi di come Giovanni veniva raffigurato nell' Ultima cena, ma moltissimi altri esempi simili sono visibili nel voluminoso catalogo della mostra "Il Genio e le passioni" dedicata al Cenacolo (ed. Skira, 2001)".
Agli esempi mostrati da Chuoghi aggiungo questa immagine che scattai qualche anno fa durante una visita al Museo Archeologico Nazionale di Spoleto. In questa Ultima Cena, penso di autore ignoto, San Giovanni ha un aspetto ancora più femminile di quella raffigurato da Leonardo.

Mi scuso della pessima qualità delle fotografia ma all'epoca avevo una macchina digitale piuttosto scadente.
ParticolareIscrizione:






mercoledì 9 gennaio 2008

Il candidato che preferisco è Obama



L’afro-americano Barack Obama è il candidato che preferisco.
Non perché sia nero ma perché è giovane, colto, pacifista, rispettoso per l’ambiente.
Vuole un’America fuori dall’Iraq e che ammorbi meno i cieli con i sui gas.
Parla chiaro e bene, non insulta gli avversari, ha carisma ed entusiasmo, una moglie al suo fianco nera e tosta, che ha studiato a Princeton ed è cresciuta nei ghetti neri di Chichago, figlia di un benzinaio e di una casalinga.
Può rilanciare l'immagine di un'America stanca di guerre e di morti

martedì 1 gennaio 2008

Il migliore del 2007,per un migliore 2008:Nobel all'italoamericano Capecchi.A 9 anni lasciò l'Italia con la madre sopravvissuta a Dachau



Assegnato all'italo-americano Mario R. Capecchi il Premio Nobel per la Medicina 2007.
Insieme a Capecchi premiati Evans e Smithies.
Il prestigioso riconoscimento è stato dato per gli studi condotti "per introdurre specifiche modificazioni genetiche nei topi, utilizzando cellule staminali embrionali".
Il professor Capecchi lavora all'University of Utah ed è stato allievo del premio Nobel James Watson che con Francis Crick scoprì la struttura del DNA.
Il frutto principale del lavoro di Capechi è il "gene targeting" ossia la sostituzione mirata di un pezzo di DNA con un altro.
La prospettiva futura: la possibilità di sostituire geni difettosi per curare malattie attualmente incurabili.
Nato in Italia, a Verona, il 6 ottobre del 1937, da madre americana e da padre italiano, ha trascorso in Italia i primi anni dell'infanzia.
Il padre aviatore del nostro esercito fu abbattutto all'inizio della guerra.
Così Capecchi parla della madre, Lucy Ramberg, poetessa perseguitata dal nazi-fascismo e deportata nel lager di Dachau:


"Prima dell’inizio della guerra aveva scritto contro il fascismo e a
guerra iniziata aveva continuato, anche contro il nazismo.
Sua mamma era una
pittrice americana che viveva a Firenze eil padre era tedesco.
Mia mamma
odiava l’oppressione, la dittatura, la mancanzadi libertà e i suoi versi lo
dicevano con grande chiarezza.
La Gestapo le dava la caccia e la trovò in un
maso dell’altopiano della Renon nel 1941. Venne deportata a Dachau, che allora
era un campo di concentramento solo per detenuti politici; i nazisti e i
fascisti volevano fermare lei e le sue poesie. Fucatturata poco a Nord di
Verona, in Alto Adige, quando non avevo che quattroanni e mezzo.
Mi trovai
da solo, per strada. Cercavo il cibo, avevo fame. Dall’età di 4 anni e mezzo
fino a 9 anni ho vissuto per le strade di Bolzano, Verona, Reggio Emilia. Il mio
unico pensiero era mangiare, evitare i pericoli e sopravvivere. Ero affamato. Ho
vissuto giorno per giorno. Non sapevo se avrei mai più rivisto mia madre. Fu lei
a trovarmi in un ospedale di Reggio Emilia il 6 ottobre 1946, il giorno dei mio
nono compleanno. Fu come un miracolo, quel giorno tornai a vivere.
L’Italia
era distrutta, restammo a Verona per un altro anno e mezzo, ma poi la decisione
fu di andare in America"

Buon Anno



Auguro a tutti un Felice 2008