Amnesty International lancia una campagna globale contro la repressione su internet che ha l’obiettivo di restituire al web la sua caratteristica di forza per il cambiamento, a fronte della crescente disponibilità delle aziende ad aiutare la censura e la repressione.
I governi stanno intensificando il giro di vite nei confronti di chi usa internet per comunicare i propri punti di vista e contestualmente negano ai propri cittadini l’accesso alle informazioni.
Il quadro della repressione è il seguente: utenti di internet arrestati, internet café chiusi, chat room sorvegliate, blog cancellati, siti bloccati, notizie dall’estero censurate, motori di ricerca sottoposti a filtri per non trovare “risultati” sensibili...
“Internet può essere un grande strumento per la promozione dei diritti umani: gli attivisti possono far sapere al mondo cosa accade nel proprio paese con un solo click.
Ma il potenziale di internet per il cambiamento è sotto l’offensiva di quei governi che non tollerano la libertà d’informazione e di quelle aziende che sono disposte ad aiutarli a reprimerla” – denuncia Amnesty International.
Sun Microsystems, Nortel Networks, Cisco Systems, Yahoo! e Google sono tra le compagnie che collaborano coi governi per censurare internet o rintracciare singoli utenti.
Le adesioni alla campagna irrepressible.info saranno presentate a novembre a un’importante riunione dell’Onu sul futuro di internet.
Sarà presente anche nella home page di www.amnesty.it, il sito della Sezione Italiana di Amnesty International.
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